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Infermiere aggredite al REMS di Volterra: la denuncia di NurSind

Volterra - «Gli operatori infermieristici che lavorano all’interno del Rems di Volterra (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza detentive 

chiedono maggiore tutela».

La richiesta arriva da Daniele Carbocci, segretario provinciale del sindacato degli infermieri Nursind e nasce da alcuni episodi - vere aggressioni - avvenuti all’interno della residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza che ha raccolto l'eredità dell'ex ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino. Una struttura di cui l’amministrazione comunale e la stessa Asl vanno fieri in quanto Volterra è «storicamente un caposaldo nel trattamento dei pazienti con disturbi mentali, divenuta nell'ultimo ventennio del secolo scorso l'icona di una psichiatria manicomiale che finiva e che ora ritrova, per volontà del Comune, un ruolo centrale diventando un punto di riferimento per Toscana e Umbria», aveva detto Buselli nei mesi scorsi.

 

Ma qualcosa nella gestione dell’istituto e soprattutto nel rapporto tra ospiti e operatori sembra che si stia incrinando. Diverse le aggressioni agli infermieri - in un caso una donna è stata afferrata per la gola - terminate, come prevede la procedura, con l’intervento delle forze di polizia.
La Rems è una struttura sanitaria destinata a ospitare pazienti affetti da disturbi mentali autori di reato e provenienti dall'Opg di Montelupo Fiorentino.

 «Non posso e non voglio entrare nel dettaglio delle aggressioni – dice Carbocci – ma credo che la situazione vada denunciata pubblicamente, a tutela di chi lavora in questa struttura. Dobbiamo pensare alla loro sicurezza per evitare situazioni da cui poi non si torna indietro – aggiunge Carbocci  per questo  riteniamo necessaria la presenza nella struttura di personale di sorveglianza che abbia la possibilità di intervenire immediatamente, nonostante la celerità di intervento dimostrata  delle forze di polizia.
Questo sempre per evitare situazioni che potrebbero diventare ingestibili e mettere a rischio il personale stesso, costituito in prevalenza da giovani donne».

 

L'apertura della Rems rappresenta la chiusura di un cerchio che si è aperto nel 1978 con l'approvazione della legge Basaglia che, con il superamento degli ospedali psichiatrici, aveva lasciato aperti gli Opg con standard assistenziali del tutto inadeguati e uno stile più di custodia che terapeutico". La Rems, collegata in rete con tutte le strutture sanitarie, si avvale di psicologi, psichiatri, infermieri, Oss, educatori, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione, in un approccio multidisciplinare integrato comune a tutti i servizi territoriali di salute mentale e, conclude la nota dell'amministrazione comunale. Ma i pazienti che tratta hanno comunque bisogno di servizi che non sono quelli della sola assistenza.